La rivoluzione bolscevica e la dialettica dei totalitarismi: potenzialità e limiti della «storiografia transpolitica» di Ernst Nolte

di Tommaso Valentini

1. La rivoluzione bolscevica: il marxismo divenuto storia e azione

In questo saggio viene presa in esame l’interpretazione che della Rivoluzione d’Ottobre (e delle sue conseguenze sul piano ideologico e geopolitico) ha dato uno tra i più significativi e contestati intellettuali del Novecento: lo storico tedesco Ernst Nolte (1923-2016), di impostazione liberal-democratica e generalmente considerato come una delle voci più rilevanti del cosiddetto «revisionismo storiografico» (1).

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Rivoluzione e pensiero

di Giuseppe Fidelibus

Correva l’anno 1918 quando, redigendo un bilancio delle sue riflessioni sulla filosofia sociale, N. Berdjaev scrive perentoriamente:

«Il bolscevismo ha mostrato cosa sia il messianismo rivoluzionario, e questo è un suo merito. Ma il bolscevismo ha anche il merito di aver smascherato la menzogna dell’umanesimo, cui ancora restano interamente attaccati i socialisti rivoluzionari. Nel bolscevismo l’umanesimo si trasforma nel suo opposto, nell’annientamento dell’uomo. Rimane sempre la contrapposizione tra maggioranza e minoranza, tra le vette spirituali della vita e i suoi bassifondi materiali. E rimane in eterno la verità dell’aristocrazia dello spirito, l’antica verità dell’umanità, che nessuna rivoluzione può rovesciare»(1).

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