La «conversione» del soggetto. Dall’ascetismo alla rivoluzione

di Filippo Corigliano

«Era uno di quegli esseri russi idealisti che una qualche idea
potente colpisce tutt’a un tratto e sembra schiacciare di colpo col
proprio peso, talora anche per sempre. E di venirne a capo essi non
hanno mai la forza, ma credono appassionatamente, e così tutta la loro vita
passa poi come in preda alle estreme convulsioni sotto la pietra
che si è abbattuta su loro e li ha già schiacciati a mezzo».
F. Dostoevskij, I demoni

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La Rivoluzione permanente

di Stefano Caprio

1. Apocalisse nella storia

Una delle parole d’ordine del movimento comunista nel XX secolo, il «secolo breve» che fu depauperato da spaventose guerre e devastazioni, era quella della «rivoluzione permanente». Si tratta di una delle declinazioni principali della stessa dottrina di Marx e Engels, anche se l’espressione è rimasta storicamente legata al nome di Lev Trotskij. In effetti questa idea, che prevedeva la naturale estensione della rivoluzione socialista a tutti i paesi del mondo, trovò nella rivoluzione russa una nuova applicazione.

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